Questa è la storia di due di noi, anche loro nati per caso sotto un cumulo di monnezza, senza riuscire a identificarla a tutti i costi con Tomas Milian. Questa è la storia di due cineasti celebrati dall’unica rivista degna di essere definita tale, a parte quella di Erminio Macario e Wanda Osiris. Una rivista la cui eco è giunta fino ad Umberto Eco, che se ne occupò in tempi non sospetti, i soliti. Una rivista col dono della sintesi, in antitesi con la logorrea propria dei celebrati, ove la lettura del titolo riesce a svelare ciò che ognuno pensa ma non ha il coraggio di dire nel comfort delle relazioni sociali intessute coi propri simili. Dopo essere stata paragonata nei motori di ricerca cinematografici a colossi dai piedi d’argilla, retti in piedi dai contributi del ministero del turismo e dello spettacolo, la Trash-O-Matik entra di prepotenza in un mondo riservato solo a tutto quanto fa spettacolo, siano essi sgozzamenti, stragi familiari, uxoricidi o stati di allucinazione.
(continua...)

 

Da Cronaca Vera n. 1770 del 9 agosto 2006:

L'approvazione arriva
quando meno te l'aspetti

L'inatteso (e mai cercato) successo di due amici che si sono improvvisati registi. Il loro sito internet è stato preso d'assalto da aspiranti attori e cameramen che dopo aver assistito alla proiezione dei due film prodotti e realizzati non vedono l'ora di lavorare con loro.

E' nato tutto per caso nel 1998 quando i due, dopo una festa di Capodanno, hanno deciso di scrivere il soggetto e la sceneggiatura di un thriller-spazzatura e insieme con un gruppo di conoscenti e duecentomila delle vecchie lire in tasca si sono messi all'opera. I protagonisti sono l'ispettore Chinino, come il farmaco, e l'espettore D'Errico (uno che tossisce sempre), e fra i personaggi compare anche una cameriera muta che si sblocca solo quando legge i titoli delle storie più agghiaccianti che compaiono su Cronaca Vera.

Ci han presi sul serio
Ma noi volevamo soltanto giocare

Bollate (Milano)
Il loro sito internet è ormai sommerso da centinaia di mail di gente che chiede lavoro: chi vuole fare l'attore, chi vuole fare pubblicità, chi chiede di partecipare come cameramen. Chi infine lancia strali e insulti perché loro non vogliono sapere di farli esibire davanti a una telecamera. Loro sono Davide Manglavite, 38 anni, promotore finanziario, e Giorgio di Grazia, 37, esperto informatico. Due amici da una vita che per gioco hanno deciso di girare un film: "Ma era e rimane un gioco. Abbiamo dovuto scriverlo sulla pagina principale del nostro sito, www.trashomatik.it, per tentare di fermare questa corsa al cinema", dice Giorgio, "siamo finiti sui motori di ricerca insieme alla Metro Goldwin Mayer, eppure nessuno di noi sogna di fare cinema. O di farlo fare ad altri".
Tutto nasce nel Capodanno del 1998, in Liguria, mentre Davide e Giorgio guardano un film. "Ci siamo detti: ne giriamo uno anche noi?". Detto fatto. Si mettono a scrivere il soggetto e con un gruppo di amici e amiche e 200mila lire mettono su: Espettorare è un po' morire.
"E' una specie di thriller-trash, molto trash", spiega Davide, "in cui l'ispettore Chinino, come il farmaco, e l'espettore D'Errico, uno che tossisce sempre, sono stati degradati a pulire per strada le deiezioni dei cani. D'Errico, che nottetempo si traveste da donna, viene però chiamato a indagare insieme al collega su un malavitoso ucciso con una pompa pneumatica di quelle pubblicizzate per sviluppare il pene...".

Gentile omaggio

Durante il film appare costantemente una cameriera muta che si sblocca soltanto quando legge i titoli di morti ammazzati tratti da Cronaca Vera: "E' stato il nostro omaggio all'unico giornale", prosegue Davide, "che ti sbatte in faccia una verità cruda e in maniera esagerata, di modo che l'impatto si trasformi subito in tragedia".
Ma la goliardata ha effetti insospettabili.
Presentano il film e arriva un sacco di gente, grazie a un perfetto passaparola. Loro si divertono come matti e ne fanno un altro: L'ultimo dei Caimani, datato 2001, sette giorni per scriverlo e tre mesi (solo la domenica) per girarlo. E' la vicenda di due licenziati dalla stessa azienda che si conoscono appena cacciati fuori dalla ditta e che non hanno il coraggio di tornare dalle mogli. Con la partecipazione straordinaria di un loro carissimo amico, lo scrittore milanese Andrea G. Pinketts nella parte di Lazzaro Santandrea, il protagonista dei suoi libri. "Qui è accaduto l'incredibile. Era la notte degli Oscar e decidiamo di presentarlo in una sala parrocchiale, chiamandola la Notte dell'Oscar-to, con tanto di biglietto da 5.000 lire. Ma così, per passare una serata tra noi. Invece la notizia esce sui quotidiani, ci danno come anteprima assoluta, arrivano 350 persone, un delirio".

Unica risposta

E al sito, fatto solo per gioco, arrivano a centinaia a chiedere lavoro: "Bravissima gente che aveva collaborato con il meglio dei registi, ma anche molti casi umani di frustrati bancari aspiranti attori e soubrette. Per tutti la stessa risposta: avete sbagliato indirizzo, questo è tutto finto". Ma c'è pure chi chiede di vedere il film che loro distribuiscono gratuitamente su internet a chi ne fa richiesta. "Sia chiaro", dice ancora Davide, "nessuno di noi ha mai pensato o pensa di fare cinema. Solo un gioco".
Lo ripetono sempre, preoccupati di essere bersagliati da nuove offerte. Intanto hanno scritto un nuovo film, il cortometraggio Ladri di motorette e Miracolo a Milano Due. Un gioco, certo. Ma c'è da giurare che del loro sarcasmo sentiremo parlare ancora. E magari un critico, entrato in sala alla prossima proiezione goliardica, griderà al miracolo. Allora sì che, per i due amici, saranno guai, nel tenere distante l'orda dei disperati aspiranti attori.

Gigi Montero

Nota al testo:
la Repubblica come Cronaca Vera

 

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